La squadra
La morte, le tasse e New Mexico State che vince la WAC. La squadra di Las Cruces parteciperà al Torneo NCAA per l’ottava volta negli ultimi dieci anni (e con tre allenatori diversi). Il modo in cui ha dominato la sua conference quest’anno è però tutto fuorché banale. La WAC non era una passeggiata, fra squadre in crescita come Utah Valley e GCU oltre alla new entry Cal Baptist, unica capace di battere NMSU. Sì, unica: fra regular season e torneo, gli Aggies hanno messo su un record di 18-1, con la sola sconfitta che risale al 3 gennaio.
Ora arriva il bello. Fra laureati e transfer, coach Chris Jans ha dovuto fare una scorpacciata di volti nuovi visto che poteva contare su soli cinque ragazzi dell’annata precedente (e un solo starter). È andata a finire che questi si sono dimostrati talmente validi da far saltare ogni concetto classico di gerarchia nelle rotazioni. Risultato: ci sono 13 giocatori con una media-minuti in doppia cifra e uno solo sopra i 10 punti a partita nonostante la squadra ne segni mediamente 78.1. Questo in un basket, quello del college, dove basta avere 8 giocatori con minuti in doppia cifra per essere considerati “lunghi”.
Non è eccezionalmente letale dall’arco, precisa ai liberi o diligente nella gestione del pallone, ma questa New Mexico State ha atletismo, fisicità ed è sempre, incredibilmente, freschissima. Un’onda continua che si abbatte senza rimedio sugli avversari in entrambe le metà campo e che, fra le varie cose, ti fa dannare l’anima per raccogliere un rimbalzo – sotto tutti e due i tabelloni.

Coach Chris Jans
Giocatore chiave
Il concetto di “giocatore chiave” tende un po’ a sparire in una squadra del genere ma non possiamo non parlare di Terrell Brown. Leading scorer con appena 11.3 punti di media, il transfer da San José State è una guardia che non conosce esitazioni, ha un uno-contro-uno bruciante e un tiro eccellente, unica minaccia costante dalla distanza (43.1% da tre) insieme a JoJo Zamora. Proprio quel che serve per smuovere le cose quanto l’attacco stagna.
Prospetti
Fra i tanti, ne scegliamo uno che vedremo sicuramente in Europa. Iván Aurrecoechea (9.5 punti, 5.1 rimbalzi) è la quintessenza dell’underdog, un giocatore per il quale è difficile non fare il tifo. Passato abbastanza sottotraccia in patria, lo spagnolo è cresciuto molto in due anni di junior college e, alla prima stagione in D-I, ha cominciato a fare da subito la differenza. Non è particolarmente alto (per il suo ruolo), atletico o con chissà quale raggio d’azione in attacco, ma è un lungo estremamente intelligente, combattivo e pericoloso in post basso. Insomma: pochi mezzi (per quanto in lenta espansione) ma usati benissimo.

Iván Aurrecoechea e Terrell Brown
Pronostico
Pur essendo una presenza fissa alla March Madness, New Mexico State non vince una partita al Torneo NCAA dall’ormai lontano 1993. Sarà questo l’anno buono? Noi pensiamo di sì.