Home 9 Non categorizzato 9 Kansas Jayhawks, i padroni della Big 12

Kansas Jayhawks, i padroni della Big 12

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 25 Lug, 2016
Indietro1 di 3

L’ultima volta che Kansas non ha vinto la regular season della Big 12 è stata nella stagione 2003/04. Per capire quanto tempo sia passato, Georgia Tech perdeva la finale Ncaa contro Uconn, LeBron era al suo primo anno in Nba e, da questa parte dell’oceano, Montepaschi Siena e Fortitudo Bologna giocavano una fantastica semifinale di Eurolega. Quindi ci siamo capiti, è passata un’era. Scopriamo i Jayhawks 2016/17 e vediamo se il loro dominio nella conference è destinato a continuare.

Addio a mezzo roster

Bill Self (Kansas)

Bill Self (Kansas)

Ogni anno coach Bill Self ha avuto la capacità di rigenerare e rendere di nuovo competitiva la sua squadra nonostante perdite importanti, visto che sotto la sua gestione sono quindici i giocatori scelti al primo giro del draft. E dal suo arrivo sulla panchina di KU nel 2003, è sempre rimasto ai vertici dei ranking giocando un basket di alta qualità. Il suo attacco è sempre organizzato in modo bilanciato e si appoggia molto sia ai giochi alto-basso dei lunghi sia alle capacità balistiche delle guardie. Altrettanto bilanciata la difesa, costruita attorno a un rim protector come Cole Aldrich, Jeff Whitey o Joel Embiid, e a degli esterni che sanno mettere molta pressione sulla palla e portare gli avversari dove vogliono loro.

La prossima stagione sarà più complessa per i Jayhawks, a causa della partenza di metà del roster che lo scorso anno è arrivato alle Elite Eight, perdendo la finale del South Regional contro i futuri campioni di Villanova. Se ne sono andati i due migliori marcatori, Wayne Selden e Perry Ellis, il freshman più talentuoso (Cheick Diallo) e tre giocatori importanti della panchina come il tiratore Brannen Greene e gli energy guy Jamari Traylor e Hunter Mickelson. Senza di loro, sarà difficile replicare le cifre strepitose raggiunte lo scorso anno, con la difesa che ha concesso 91 punti su 100 possessi e l’attacco vicino ai 120 di offensive rating.

Indietro1 di 3

Articoli correlati

Niente Arizona, Ferguson va all’estero

Terrance Ferguson saluta Arizona e decide di "parcheggiarsi" per un anno in una squadra di professionisti in Australia. "Terrance mi Leggi tutto

Nozze tra Under Armour e UCLA
Under Armour UCLA

La lotta delle sponsorizzazioni sportive legate al basket americano continua senza esclusione di colpi. Mentre gli analisti (non quelli sportivi, Leggi tutto

Finale Ncaa, la parola ai protagonisti

Dopo una finale così emozionante decisa da un tiro allo scadere è normale che le reazioni dei protagonisti che l’hanno Leggi tutto

Italia-Arcidiacono, c’è ancora da aspettare
Ryan Arcidiacono (Villanova)

Un ragazzo “con il dna del leader”, da prendere “a prescindere dal passaporto” perchè può diventare “un giocatore da medio-alta Leggi tutto

Villanova, una questione di tradizione
Novanation

“This is Villanova basketball”: a sentire un’intervista di coach Jay Wright o di qualsiasi giocatore del roster dei Wildcats, ritroverete Leggi tutto

Niente Arizona, Ferguson va all’estero

Terrance Ferguson saluta Arizona e decide di "parcheggiarsi" per un anno in una squadra di professionisti in Australia. "Terrance mi Leggi tutto

Nozze tra Under Armour e UCLA
Under Armour UCLA

La lotta delle sponsorizzazioni sportive legate al basket americano continua senza esclusione di colpi. Mentre gli analisti (non quelli sportivi, Leggi tutto

Finale Ncaa, la parola ai protagonisti

Dopo una finale così emozionante decisa da un tiro allo scadere è normale che le reazioni dei protagonisti che l’hanno Leggi tutto

Italia-Arcidiacono, c’è ancora da aspettare
Ryan Arcidiacono (Villanova)

Un ragazzo “con il dna del leader”, da prendere “a prescindere dal passaporto” perchè può diventare “un giocatore da medio-alta Leggi tutto