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Cinque coach in cerca di risposte nel 2023-24

Matt Painter - Coach
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 2 Nov, 2023

I coach sono tradizionalmente le vere stelle del college basketball: i loro volti, le disfatte e le loro rivalità sono ciò che animano la regular season e soprattutto la March Madness, il periodo in cui si può entrare nella leggenda. Per prepararci al meglio alla stagione che sta per iniziare, ecco cinque allenatori a caccia di risposte.

Riusciranno Matt Painter e Purdue ad imitare Tony Bennett e Virginia?

A tanti coach Ncaa è capitato di ritrovarsi appicciata l’etichetta del perdente di successo. Ma solo Tony Bennett e Matt Painter hanno subito il marchio della sconfitta “#1 vs #16” alla March Madness. Per scrollarsela, Painter dovrebbe portare Purdue al titolo, come fatto da Bennett a Virginia proprio l’anno dopo la famosa débâcle con UMBC. Per farlo bisogna sperimentare, anche a costo di perdere qualche partita in più. Non basta avere Zach Edey sotto canestro a creare vantaggi, non basta avere il controllo e la creazione di tiro di Braden Smith e Fletcher Loyer sul perimetro. Serve una scintilla, soprattutto atletica, per non fallire come fatto con le versioni di Carsen Edwards e Jaden Ivey.

Hubert Davis è il coach giusto per North Carolina?

Ci sono voluti sei anni a North Carolina per trovare l’uomo giusto per sostituire Dean Smith. Che ne servano altrettanti per il dopo Roy Williams? Hubert Davis spera di no, ma al terzo anno deve dimostrare di essere molto di più di quanto visto finora. In due stagioni ha fondamentalmente azzeccato un solo mese, nonostante l’ottimo talento ammassato. Sciolto il legame poco funzionale con Caleb Love, il coach ora dovrà dimostrare di essere più di un reclutatore e creare una squadra equilibrata attorno alla forza bruta di Armando Bacot sotto canestro, la visione di Eliot Cadeau e il potenziale da sbloccare di Harrison Ingram. Il materiale di partenza c’è anche quest’anno. È il risultato che deve cambiare per non esser messi in discussione.

Scheyer - Davis

Jon Scheyer in un anno sembra aver fatto più di Hubert Davis: parte da favorito nel 23-24 e ha anche reclutato Cooper Flagg per il 24-25

Dusty May è la nuova stella tra i coach?

Dopo una stagione trionfale e il risultato storico di una Final Four agguantata, Dusty May e Florida Atlantic sono chiamati alla prova del secondo album, quello più difficile. May non poteva essere quanto più lontano dal suo mentore Bobby Knight, ma lo stesso stampo da vincente c’è. Al termine della cavalcata incredibile dello scorso è arrivata l’estensione decennale per il coach che ora dovrà assorbire un cambio di conference e una schedule decisamente più tosta dello scorso anno. Questo potrebbe essere solo benzina per un coach che ha dimostrato di poter vincere in un contesto che di accogliente aveva solo le palme e il sole.

Cos’altro può dare Rick Pitino al college basketball?

Sei anni per centrare un record. Riuscirà Rick Pitino a portare la sesta squadra al torneo, la quarta alle Final Four e, magari, la terza a vincere il titolo? Nessuno ci è mai riuscito, ma se c’è qualcuno che può farlo è proprio l’ultimo grande santone del college basketball, che è sbarcato a St. John’s per fare un’impresa. A Iona ha mostrato che lo smalto dei tempi migliori non è stato perso, anche dopo l’esilio in Europa. In Big East non avrà la pressione di dover vincere per forza la conference per volare alla March Madness. È la storia più esaltante di questa stagione. È la Storia del college basketball che si crea sotto i nostri occhi.

Rick Pitino

Pronti via, St John’s ha perso uno scrimmage contro Pace University, formazione di Division II. Bene ma non benissimo

È ancora il college basketball di Tony Bennett?

Il mondo del college basketball cambia così in fretta che anche un ex enfant prodige come Tony Bennett sembra essere invecchiato di colpo. Il titolo del 2019 appare già come un ricordo lontanissimo e ora viene naturale cominciare a chiedersi se sarà lui il prossimo grande coach a lasciare la Division I. Il sistema Virginia è sempre stato lento da digerire: la pack-line ha sempre richiesto qualche anno di apprendistato e in un mondo fatto di transfer schizofrenici questo non è più possibile. Inoltre, non c’è mai stata la vera svolta offensiva dei Cavaliers. Rimane un maestro delle regular season, ma basterà per rimanere al vertice?

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