Marshall cinderella nel nome di Mike
Ci sono un tiratore bianco che non sbaglia mai, un funambolo di colore e un europeo concreto: sono i 3 junior che hanno dato la prima vittoria della storia dell’ateneo a Marshall, l’alma mater di Mike D’Antoni guidata in panchina da suo fratello Dan, che replica nel college basket lo stile di gioco del coach degli Houston Rockets. Tornati alla March Madness dopo 31 anni, i Thundering Herd hanno eliminato la tanto quotata quanto deludente Wichita State, che ha messo il naso avanti solo nel secondo tempo, ma poi ha giocato malissimo i possessi finali. Un esempio? Landry Shamet, futura guardia Nba, si è fatto rubare così uno dei palloni chiave.
Irritante e lezioso il miglior giocatore degli Shockers, autore di una partita da 3/13 al tiro con 0/7 da 3 che gli 8 assist non hanno certo reso sufficiente. E non è bastato il dominio a rimbalzo (44-30) ai ragazzi di Gregg Marshall, che non sono riusciti a contenere Jon Elmore, leader assoluto ma non solitario di Marshall perchè a dargli una discreta mano ci hanno pensato parecchi suoi compagni, a partire da Ajdin Penava, grissino da Sarajevo primo stoppatore della nazione visto che è l’unico che supera le 4 di media: ala forte di 2.06 con wingspan infinito, il bosniaco ha anche messo 16 punti mostrando movimenti di tutto rispetto e contribuendo a mandare a casa Wichita.
Vittoria amara per Purdue
Ha passeggiato facilmente Purdue su CSU Fullerton, stracciandola 74-48, dopo un primo tempo più complicato del previsto, dove i Boilermakers hanno faticato per scrollarsi di dosso Fullerton. Ma se la vittoria alla fine è arrivata, Purdue ha probabilmente perso il torneo perché Isaac Haas si è rotto il gomito, concludendo così anzitempo la sua carriera universitaria e ammazzando le chance dei Boilermakers.
La partita è stata dominata sotto i tabelloni dai lunghi di Matt Painter e anche se i tiratori hanno carburato molto lentamente (un solo assist nel primo tempo e tanti tiri sbagliati), sono stati poi decisivi nella seconda frazione. Ora il percorso si fa più serio, perchè domenica ci sarà Butler.
La legge di Martin
Nel college basketball ci sono ottimi giocatori, per lo più senior che quasi sicuramente non avranno un futuro da stella Nba, ma sono capaci di prendere le partite che contano e dominarle. Kelan Martin è uno di questi e ha imposto a modo suo la Butler way alla (teoricamente) più talentuosa Arkansas, al termine di una partita dal primo tempo piuttosto assurdo. Pronti via e 21-2 per i Bulldogs con la partita che è sembrata finita già dopo neanche 10′, ma così non è stato perchè i Razorbacks hanno rimontato con calma e sono riusciti anche a passare in vantaggio. Nel secondo tempo, però, Martin ha ripreso la gara in mano e con 27+9 ha chiuso pratica e turno, con canestri come questo
West Virginia sempre solida
A proposito di senior dominanti, Murray State aveva avuto molto credito tanto che in parecchi avevano ipotizzato un possibile upset nei confronti di West Virginia. Poi è scesa in campo e ha trovato un Jevon Carter in versione leader assoluto che ha fatto a fette i Racers, senza tirare da tre ma prendendo ciò che la difesa gli ha lasciato sempre, cioè l’area. Il risultato è stato 21+8 assist, uniti alla solita garra in difesa, oltre a ben sei rubate, che hanno trascinato i Mountaineers al secondo turno. Meraviglioso il losing effort di Terrell Miller, 27+17 con il 72% dal campo e cinque bombe. Ora sotto con la cinderella Marshall.