La stagione
Dopo 11 anni di astinenza, i Quakers tornano alla Big Dance grazie a una grande stagione conclusa con le vittorie in regular season e torneo dell’Ivy League. E’ la prima volta per Steve Donahue, nominato coach of the year della conference, che può contare su una squadra solida, costruita su due sophomore: AJ Brodeur è il classico lungo bianco concreto e poco atletico, Ryan Betley è il miglior tiratore dell’Ivy League e il miglior realizzatore di Penn. Che ha giocato la finale del torneo in casa, nella celebre The Palestra di Philadelphia, battendo Harvard grazie a un fischio molto generoso e all’infortunio di Seth Towns, miglior giocatore della conference. E al primo tempo da 19 punti di Darnell Foreman, senior in grado di accendersi (e spegnersi all’improvviso), utile alla causa come l’altro senior Caleb Wood. Difesa forte e gran circolazione di palla sono i credo di Donahue, la percentuale ai liberi (66%) il problema principale.
Il giocatore chiave
In una squadra che non ha certo la collezione di mani educate, quelle di Ryan Betley sono fondamentali per garantire pericolosità da fuori e quindi aprire l’area per Brodeur, visto che è l’unico ad avvicinarsi al 40% da 3. Guardia bianca dal fisico un po’ sfigato ma che sa come muoversi in campo e ha la testa per fare tante cose utili, è il leader in minuti, punti e ovviamente tiri tentati dei Quakers.

I prospetti
Classica squadra dell’Ivy League dalla quale non escono giocatori di basket per nessun campionato professionistico, ma ingegneri o manager per qualsiasi azienda del mondo.