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La fine della Pac-12 e il Grande Riallineamento

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 11 Ago, 2023

L’offseason Ncaa è tremendamente lunga, ma mai noiosa. Chi si aspettava un agosto sonnecchiante si è svegliato con un terremoto catastrofico che, quasi sicuramente, determinerà la fine della Pac-12. Una fine triste, perché scava un solco ancora più profondo fra le “due Ncaa” che esistono al momento: quella ormai a tutti gli effetti professionistica che muove montagne di denaro in totale disinteresse per il sale dello sport, ovvero il regionalismo e le rivalità storiche, e quella semi-pro che popola il resto della D1 con capacità di arrangiarsi che varia di caso in caso. La disparità non è cosa nuova ma ora ha assunto connotati in tutto e per tutto predatori, soprattutto a causa della mancanza di regole in ambito NIL che ha scatenato un tampering incessante negli ultimi tempi. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.

Torniamo alla Pac-12. La conference, che già aveva perso UCLA e USC, ha pagato a carissimo prezzo la propria incapacità di competere nel mercato dei diritti televisivi, creando così le condizioni per un fuggi fuggi generale. Le uniche università che non si sono mosse (per ora) sono le quattro cenerentole della conference – Stanford, Cal, Oregon State, Washington State – che non hanno peso né nella pallacanestro né nel football, quest’ultimo come sempre lo sport che muove l’ago della bilancia nella Ncaa in quanto a soldi dalle tv. Ecco il punto della situazione sul riallineamento in corso e la composizione delle conference dal 2023-24.

 

Big 12

La Big 12 ha messo a segno il colpo più grosso con Arizona, programma che si attesta sempre su livelli alti. Le altre aggiunte dalla Pac-12 non sono altrettanto nobili (il tweet sottostante parla abbastanza chiaro), ma di certo non affossano la qualità generale, preservando così quella profondità che ha contribuito a rendere la conference incredibilmente competitiva negli ultimi anni. Inoltre c’è da dire che Colorado è un nome nel complesso solido sui due fronti principali (football e pallacanestro maschile) e di certo fa piacere vedere Utah raggiungere i rivali di BYU.

Big Ten

Se la Big 12 è riuscita ad espandersi senza aggiungere troppe trasferte problematiche, la Big Ten invece è andata in direzione contraria, accentuando ulteriormente un problema futuro già posto dalle aggiunte delle losangeline UCLA e USC. Ecco che arrivano Oregon e Washington dal nordovest americano, in una conference che ha ormai messo del tutto nel cassetto la sua identità midwest. A parte la mancanza di appeal in sfide fra queste due e, per dire, università come Maryland e Rutgers, che per noi è proprio l’antitesi di ciò che rende grande il college basket, la logistica dei vari viaggi è un bel grattacapo apparentemente privo di soluzioni semplici. Il football e i suoi soldi dettano legge però, e da questo punto di vista c’è poco da eccepire sulla mossa fatta. Per il basket maschile, invece, le due università della Pac-12 – scarsamente brillanti negli ultimissimi anni – non sono quelle che possono dare un’iniezione di qualità a una Big Ten che ha regolarmente fatto la figura della tigre di carta alla March Madness nelle edizioni recenti.

 

E le altre?

Le pazzie geografiche potrebbero non finire qui, visto che la ACC – e ricordiamo che la A qui sta per Atlantic – ha mostrato interesse per le due californiane senza nuova casa, ovvero Cal e Stanford. Un’evoluzione senza fascino che, per fortuna, al momento non appare particolarmente percorribile. Dove finiranno dunque queste due più le già citate Oregon State e Washington State? La Mountain West sembra l’opzione più sensata, ma è impossibile dire se davvero diventerà casa di tutte e quattro le orfane della Pac-12. Certo sarebbe davvero ironico se dovesse succedere, visto che la MWC per poco non ha perso San Diego State, suo fiore all’occhiello, proprio per la Pac-12 giusto un mesetto fa. Le nuove aggiunte aiuterebbero a consolidare la MWC come mid-major di alto livello, o semi-high major se volete, ma ogni rincorsa alle vere power conference è vana: Big 12, Big Ten e SEC sono ormai di un altro pianeta, la Big East resiste (e si prepara a una stagione possibilmente grandiosa) e la ACC traballa pur vantando i nomi di Duke e North Carolina. Il potere si accentra sempre di più e nulla sembra potere arrestare questa evoluzione.

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