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L’ultima chance di Texas

La stagione

Doveva essere l’anno della svolta, ma finora non lo è stato. Texas e Shaka Smart hanno fatto una gran fatica nella stagione più importante, con il roster più forte e funzionale avuto dal coach ex Vcu e, soprattutto, con un fenomeno come Mo Bamba. Un record di 17-14 (7-11 in Big 12) è davvero un bottino pessimo per la quinta difesa della nazione, DefRtg di 93.5. I Longhorns hanno comunque battuto quattro squadre nel ranking ed è ciò che gli ha consentito di ottenere il pass per il torneo, ma le aspettative in pre-season erano ben diverse. L’attacco è stato disastroso, 335esimi per percentuali da tre, usando spesso le infinite braccia di Bamba come unica risorsa. L’impatto di Matt Coleman decisamente da rivedere, come i progressi che doveva mostrare Kerwin Roach. I capelli di Dylan Ostekowski sono l’unica parentesi divertente di una stagione segnata anche dalla leucemia diagnosticata ad Andrew Jones. Urge svolta radicale al torneo, altrimenti sono problemi per Smart.

Il giocatore chiave

Scostante, pazzo, decisivo. Kerwin Roach II, sollevato finalmente dai compiti di playmaker, per ora è ancora rimandato, ma può sempre esplodere al torneo. A fine gennaio, le sue migliori prestazioni sono coincise con il miglior periodo di Texas, ma quando le sue percentuali si sono inabissate, i Longhorns lo hanno seguito. Rimane comunque la migliore stagione in carriera, un po’ pochino per le aspettative riposte in lui.

I prospetti

“Call me a Unicorn”. Mo Bamba è pronto a sbarcare in Nba con le stigmate di prospetto unico, mai visto al piano di sopra. Le sue braccia chilometriche già lo porterebbero al primo posto nella classifica dello wingspan (7’9) al piano di sopra, ben testimoniate dalle quattro stoppate di media.

Il video

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