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Da Zach Edey a Mark Sears, la Top 10 di marzo

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 8 Mar, 2024

Il college basketball è tornato ad essere terreno di caccia di senior e super senior che dominano grazie al loro talento ed esperienza. Da Zach Edey a Mark Sears, c’è solo un underclassmen nella Top 10 dei migliori giocatori di questa stagione. Ecco chi sono.

1. Zach Edey
PURDUE – 24.0 PTS, 11.8 REB, 2.2 BLK

Ralph Sampson ci è riuscito nel 1982-83 ed è da oltre 40 anni che nessuno vince per due stagioni consecutive il premio di miglior giocatore. Ci riuscirà il centro canadese di Purdue, a cui nessuno quest’anno è arrivato neanche lontanamente vicino: secondo realizzatore della nazione e terzo rimbalzista, il suo dominio va ben oltre le cifre che non riescono a quantificare del tutto la sua presenza in campo. Ha compagni che lo sanno servire e lui ha le capacità per farsi trovare e muoversi in mezzo all’area come nessun altro lungo, prendendo un mare di botte senza perdere mai la calma. La mano si è addolcita, il semigancio è più che affidabile e i piedi sono più mobili, ora gli resta solo da chiudere nel modo migliore la sua carriera al college. Perché gli scout Nba ormai si sono accorti che un giocatore del genere può essere utile anche al piano di sopra.

2. Dalton Knecht
TENNESSEE – 20.6 PTS, 4.9 REB, 1.9 AST 

Coach Barnes ha puntato su di lui per rendere l’attacco di Tennessee meno noioso e più imprevedibile, ma stentiamo a credere che anche lui si immaginasse un impatto del genere. L’ex Northern Colorado è stato la sorpresa dell’anno, un’esplosione di canestri in tutte le salse che le difese avversarie difficilmente riescono a leggere. Più semplice che sbagli lui. Sei volte sopra i 30 punti, due volte addirittura quota 40 sfiorata per un punto e la sensazione che con lui in campo i Volunteers abbiano la migliore chance della loro storia di fare qualcosa di grosso. Knecht sarebbe un National Player of the Year senza Se e senza Ma, ma il Ma c’è e si trova al punto 1.

3. RJ Davis
NORTH CAROLINA – 21.4 PTS, 3.8 REB, 3.4 AST 

Uno scorer naturale come ce ne sono pochi in Division I, arrivato al massimo della sua pallacanestro nell’anno da senior, con statistiche al tiro tutte in miglioramento rispetto al passato. Nono realizzatore della nazione con un ottimo 41.7% da tre e quasi il 90% ai liberi, i pochi centimetri a sua disposizione non contano per lui: la sua velocità e creatività sono un problema per gli avversari che a fatica gli prendono la targa, pur essendo il primo obiettivo da fermare delle difese che incontra. Ancora da decidere il suo futuro, ma il ritorno a Chapel Hill per il quinto anno non è affatto escluso.

 

4. Terrence Shannon
ILLINOIS – 22.0 PTS, 4.4 REB, 2.2 AST 

La stagione di Terrence Shannon sembra un romanzo. Un fenomeno in campo con problemi comportamentali, anche gravi, che ne limitano l’utilizzo in campo. Quando è stato sospeso, Illinois è caduta giù. Con lui in campo, i Fightin Illini sono uno degli attacchi più entusiasmanti della Division I proprio grazie a lui, forte come un toro quando carica il canestro, coordinato come un ginnasta quando scocca triple da otto metri. I compagni raramente li guarda, ma godono delle attenzioni che le difese ripongono su di lui.

5. Jamal Shead
HOUSTON – 13.1 PTS, 3.6 REB, 6.1 AST 

Nell’ultima puntata del nostro podcast abbiamo detto che Jamal Shead nei tiri clutch ha il 100%. La nostra esagerazione ha una base di verità: chiedere a Baylor, Oklahoma, Texas e TCU. Tutte punite negli ultimi minuti dal senior dei Cougars. Un playmaker dal grande fisico, efficiente in attacco e tosto dietro, quest’anno è emerso come leader di ferro di una squadra fatta di muscoli e acciaio. Sa fare tutte le cose per vincere. Un generale capace di assumere i panni necessari per portare la vittoria a casa.

6. Tristen Newton
UCONN – 15.3 PTS, 7.1 REB, 6.0 AST 

Giocare da campioni in carica significa qualcosa. A dimostrarlo quest’anno è stato Newton che, dopo un anno da floor general in una squadra piena di talento, è diventato il leader di un collettivo meno talentuoso ma più vincente della UConn campione. Abbonato alla tripla doppia, l’unico a non mollare anche nelle rare sconfitte degli Huskies (a Kansas e Creighton le sue migliori partite) e un controllo sui ritmi della partita da veterano. Una crescita così nessuno se l’aspettava.

7. Kevin McCullar
KANSAS – 19.1 PTS, 6.4 REB, 4.3 AST

Sarebbe stato molto più in alto se il ginocchio non l’avesse tormentato tra gennaio e febbraio, affossando il record di Kansas. McCullar è l’emblema di quanto pesi la determinazione e l’esperienza su un campo da college. Si nota tutto il suo essere super senior: nelle scelte, nella presenza in campo e nell’astuzia. Una fisicità inarrestabile che gli regala viaggi in lunetta a iosa e un jumpshot decisamente migliorato. Ha imparato ad essere anche una minaccia dall’arco (34.2%). Il pacchetto completo è praticamente una scelta nella Top 20 del prossimo Draft.

8. Kyle Filipowski
DUKE – 16.5 PTS, 8.1 REB, 2.9 AST 

Prototipo del lungo che sa fare tutto, dal gioco in post basso al tiro da 3 decisamente migliorato in questa seconda stagione giocata perlopiù da centro. Ma resta una PF di sette piedi che sa trattare bene la palla e ha una gran visione di gioco, oltre a fisico e talento sufficienti per essere una sicura prima scelta nel prossimo draft. Piace parecchio la sua capacità di allargare il campo o di occupare l’area a seconda delle situazioni, oltre a un discreto QI e alla leadership che aveva già mostrato nel suo anno da freshman. Duke va dove la porta lui e poi lui si porterà in Nba.

9. Tyler Kolek
MARQUETTE – 15.0 PTS, 4.7 REB, 7.6 AST

L’infortunio agli addominali è arrivato nel peggior momento dell’anno, giusto per fargli saltare la Senior Night e, forse, il torneo di conference. Ma l’annata del playmaker di Marquette è stata da quintetto All-American: il pick and roll è la sua cabina di regia da dove dirige l’intero attacco dei Golden Eagles. L’asse con Oso Ighodaro è una delle più produttive di tutta la Division I e sa premiare con precisione sia i frequenti tagli dei compagni che quelli aperti in angolo pronti per la tripla. Una spina nel fianco continua per gli avversari.

10. Mark Sears
ALABAMA – 20.7 PTS, 4.2 REB, 4.2 AST 

Un nano corazzato al comando di Alabama. A Sears poco importa se per segnare deve sparare triple da otto metri o buttarsi in mezza ad una selva di braccia sotto canestro: il playmaker della squadra di Nate Oats prende ciò che la difesa gli lascia. Ha fatto un salto di livello impressionante in termini di percentuali (66.2 di TS% è una percentuale da centro), costanza e leadership in campo. Non a caso è stato inserito nella cinquina del Bob Cousy Award per il miglior play dell’anno. Un mini Jalen Brunson che potrebbe fare faville in Europa.

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