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#2 Michigan State, Winston e tanti assist

La squadra

Hanno avuto un momento di sbandamento tra fine gennaio e inizio febbraio, ma per il resto la stagione di Michigan State è stata un successo, soprattutto perché praticamente per tutta la Big Ten coach Tom Izzo ha dovuto fare a meno della guardia titolare Joshua Langford (fuori per la stagione) e nelle ultime partite anche di Nick Ward, il centro un po’ matto ma dal grande potenziale tecnico e atletico. Gli Spartans non si sono dati per vinti, come testimonia l’ultima gara giocata contro Michigan (sweep stagionale) che ha garantito la conquista del titolo di conference. Il motore di tutto è un attacco fatto di grande circolazione di palla (primi della classe nel rapporto assist/canestri) guidato da Cassius Winston, una PG dotata di tiro, ball handling e intelligenza, leader della squadra. Attorno a Winston si muovono tiratori come Matt McQuaid, all-around come Aaron Henry e un centro come Kenny Goins che fa male dal pick-and-pop.

Giocatori chiave

Impossibile non citare Cassius Winston, che ha giocato la miglior stagione della sua carriera, incrementando minuti responsabilità e cifre e peggiorando solo nella percentuale da 3, dove rimane comunque ben al di sopra del 41%. Ormai è il go-to-guy della squadra, ma spesso sfrutta le grandi attenzioni che gli riservano le difese avversarie per creare canestri facili per i compagni. Altro ago della bilancia è Matt McQuaid il senior bianco cui spesso sono affidati i compiti più onerosi in difesa. Quando è andato in doppia cifra, la squadra ha perso solo due volte.

 

Prospetti

Nick Ward è il prinicipale candidato a essere guardato dalla Nba. Il fisico è un po’ paffutello (205 cm per 111 kg), ma le mani sono morbide e i piedi che garantiscono mobilità, soprattutto in attacco. Bisognerà capire se e quanti minuti avrà, visto che viene da una frattura della mano. Winston invece, per quanto forte, probabilmente non riuscirà a entrare tra i pro, quantomeno non dalla porta principale. Ma ha ancora un anno di college davanti a sé.

 

Pronostico

Hanno momenti in cui si incartano e in più pesa il ricordo della scorsa March Madness, nella quale i giocatori si bloccarono di fronte alla difesa a zona di Syracuse. Sulla carta però, la squadra che ha vinto la Big Ten è una candidata naturale alla Final Four, visto il valore della conference. Un’uscita prima delle Sweet 16 sarebbe un disastro, le Elite 8 sembrano l’obiettivo più realistico.

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