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Cayden e Cameron Boozer, la coppia d’arte di Duke

Cameron Boozer - Cayden Boozer - Duke
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 5 Mag, 2025

Non c’è nulla di più “NCAA” del legame tra padre e figlio che indossano la stessa maglia universitaria, seguendo lo stesso percorso. Nel caso della famiglia Boozer, però, la storia si fa ancora più speciale: i gemelli Cayden e Cameron Boozer inseguono le orme di papà Carlos, eroe della leggendaria Duke del 2001 sotto coach K. Ora tocca a loro provare a scrivere il proprio capitolo di March Madness e magari regalare a coach Scheyer la sua prima grande gioia.

Non una scelta scontata

Nessuno l’aveva mai approcciato così. Carlos Boozer è abituato ai fan: ha giocato 13 anni in Nba, in piazze calde come Utah, Chicago e Miami, diventando anche un All Star. É stato uno dei volti e talenti più forti di Duke campione nazionale di Coach K. Non un’icona certo, ma una figurina preziosissima, conosciuta in ogni stato dell’America e non solo, all’interno dell’album che ha reso leggendari i Blue Devils. Ora, però, Carlos è solo un papà al settimo cielo se sul campo da golf lo riconoscono perché hanno visto giocare Cameron e Cayden, due liceali della Florida con il vizio della vittoria. Quattro titoli statali in quattro annate, corredato dal Geico Nationals 2025, oltre a tutti i titoli possibili con la maglia di team Usa. La Columbus High School della contea di Miami-Dade è conosciuta per il football, al massimo per il baseball. Ora grazie al neo duo di Duke anche per il basket.

Agli occhi di un osservatore esterno, come scontato che sia, sembrava ovvio l’approdo a Durham dei due. Papà Carlos non solo ci ha studiato e giocato, ma è un membro presente da oltre vent’anni nella comunità di Durham dove ha incontrato mamma CeCe, anche lei studentessa nella stessa università ad inizi anni 2000. Cameron e Cayden sono stati numerose volte ospiti di Duke, al seguito del papà, l’ultima delle volte proprio per celebrare la sua laurea nel 2020. Ma mamma CeCe teneva ad una cosa: all’indipendenza dei figli. Man mano che la fila dei coach si ingrossava, la regola per il recruitment era una sola: non li considerate un pacchetto unico.

Il terrore di Carlos era proprio che i figli si sentissero obbligati a giocare a basket, ad allenarsi e seguire i suoi passi in direzione Duke. Cameron Boozer e Cayden Boozer hanno superato a destra queste convinzioni: il basket li diverte, la competizione li entusiasma, il talento non è stato frutto solo dei geni ma anche di un duro lavoro in palestra a cui i due si sono sottoposti autonomamente e che ha pagato sotto forma della gioia istantanea derivata da una vittoria. Il legame tra i due gemelli si è fortificato sul campo da basket: l’idea di giocare insieme per l’ultima stagione era troppo ghiotta e Duke rappresenta l’ovvio passaggio di chi guarda all’Nba.

In Nba tramite Duke

Il controverso fischio arbitrale ai danni di Cooper Flagg nella semifinale contro Houston ha mandato di traverso a Cayden Boozer il titolo nazionale vinto qualche ora prima. Insieme al fratello Cameron, aveva appena vinto il Geico Nationals da No.1 prima di vedere gettata via dai Blue Devils l’opportunità di giocarsi il sesto titolo che diventa, automaticamente, l’obiettivo del passaggio dei Boozers a Duke. Cameron è il più forte, Cayden ha un ruolo delicato e per questo decisivo.

Cameron Boozer fa parte di quel grappolo di giocatori che si contenderanno la palma del miglior prospetto della prossima classe di freshmen. Un lungo di 210 cm dallo skillset simile al padre, una maturità non comune per un 18enne con un tiro diventato piuttosto solido nell’ultima stagione e una spiccata propensione da all-around. Non ha le caratteristiche difensive di Cooper Flagg (anche se non è male in quella metà campo) né tantomeno le sue misure aliene ma il ruolo è lo stesso e il trattamento che sta ricevendo da coach Jon Scheyer anche: la versione di Duke 2025-26 sarà costruita attorno a lui e in base alle sue caratteristiche.

Quindi dei rim protector come Patrick Ngonba e Maliq Brown, dei tiratori come Cedric Coward e Caleb Foster e soprattutto un floor generale come il fratello Cayden. Composto, atletico, muscoloso con una visione di campo osannata da tutti, le fortune di Cayden sono legate a un tiro ancora balbettante, ma il resto dell’arsenale è in canna e l’affinità maturata nel tempo con il gemello sarà il famoso quid in più. Mancano ancora da riempire alcune caselle in un roster da riassemblare totalmente e che ha un solo altro freshmen 5 stelle in arrivo, l’ala Nikolas Khamenia. Di giocatori nel portal ce ne sono ancora e coach Scheyer ha ancora soldi da spendere del NIL.

Se papà Carlos si fa bello davanti ai microfoni per non aver accettato, durante il suo di reclutamento, mille dollari al mese e una Jeep da università rivali che lo volevano, ora il mondo NCAA ha legalizzato queste procedure e i suoi figli dovrebbero mettersi in tasca, grazie a Crocs e Leaf Trading Cards, 1.5 milioni di dollari a testa, cifre ben lontane dal teorico accordo da 7 milioni tra BYU e AJ Dybantsa. Ma il legame che passa tra padre, università e figli è una cosa che non si spezza e lo vediamo anche a Syracuse con Kiyan Anthony a seguire le orme di papà Carmelo. E non solo perché la prossima stagione pullula di figli d’arte: Alijah Arenas, figlio di Gilbert (scampato miracolosamente ad un grave incidente d’auto), giocherà a USC mentre Shaquille O’Neal è diventato GM di Sacramento State perché suo figlio Shaqir giocherà lì. I tempi cambiano, ma università come Duke restano e sperano che i figli vincano gli stessi titoli dei genitori.

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