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West – Xavier annienta Florida State

La partita perfetta di Xavier

Chris Mack ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un grande allenatore perché, dopo aver perso fiducia e un giocatore chiave come Edmond Sumner durante la stagione, è riuscito a portare i suoi alle Sweet 16 grazie a una grandissima partita. Il 91-66 mostra perfettamente la grande differenza che le due squadre hanno mostrato in campo. A scavare il solco iniziale è stata la difesa match up che ha confuso non poco le idee di una Florida State impresentabile. In attacco invece, è calata una pioggia di triple ben costruite con pazienza. Con un Bluiett silenzioso da 29 punti, Xavier con la sua testa di serie n. 11 è una seria candidata a Cinderella 2017.

Supporting cast cinque stelle

Dopo una stagione al di sotto delle aspettative (e la citata perdita di Sumner) si pensava a un’apparizione lampo al Torneo da parte dei Musketeers. Invece con due upset consecutivi si sono qualificati per le Sweet 16 e il grande merito è del supporting cast di Xavier. JP Macura è sempre stato l’X Factor della squadra e il suo valore va oltre i 10 punti messi a segno nel match. Difesa e intelligenza messi al servizio della squadra, cosa che sta facendo anche il lungo Sean O’Mara, preciso al tiro e ottimo protettore del ferro. Last but not least, si segnalano i 14 punti di Kaiser Gates che ha messo quattro triple.

Gonzaga suda il giusto

A Gonzaga è bastato giocare un primo tempo da seed numero 1 ed è bastato che Williams-Goss tornasse ai suoi livelli abituali (20pts+8reb+4ast) per avanzare alle Sweet16. Dopo aver toccato anche il -22 Northwestern ha provato la rimonta fino al -5 spinta dall’orgoglio e da un Vic Law da 18 punti con 4/6 da tre. Proprio il tiro dalla lunga distanza è stato però il limite dei Wildcats che si sono incaponiti con le conclusioni da oltre l’arco (8/24 a fine partita) nonostante questo non sia il loro punto forte (34% in stagione). Ottima e decisiva la prova di Zach Collins (14+5), non solo futuro ma anche solido presente dei Bulldogs.

Anche l’Ncaa sbaglia

Paradossalmente il protagonista della giocata chiave della partita è stato… l’allenatore dei Wildcats. Infatti Northwestern sul -5 si è vista annullare questo canestro regolare che ha scatenato l’ira (giusta) di coach Chris Collins che poi si è beccato un tecnico (ingiusto) che ha messo fine alle speranze di rimonta della sua squadra.

 

A fine partita è arrivato il mea culpa dell’Ncaa. “Apprezzo le scuse, mi fanno sentire meglio” il saggio commento del coach di NU.

 Arizona soffre più del dovuto

Un primo tempo difficile sempre all’inseguimento di Saint Mary’s, poi la svolta nella seconda frazione di gioco quando Arizona ha tirato con il 59.1% dal campo segnando 40 punti guidata da un Allonzo Trier fin lì anonimo e protagonista, con 9 punti, del parziale di 11-2 che ha spezzato la partita in favore dei Wildcats. Scontro, a suon di doppie-doppie, quello tra Lauri Markkanen (16+11) e Jock Landale (19+11), due tra i migliori lunghi del Torneo. I Gaels, dopo un ottimo inizio, hanno pagato le troppe palle perse (13) e le pessime percentuali da tre (5/21 per una squadra abituata a viaggiare sul 40%).

Huggins mette la quarta

West Virginia ha indossato il vestito buono e ha dominato lo scontro filosofico contro Notre Dame, che aveva di media nove palle perse a partita e un attacco da top 20 della nazione. La chiave della partita è stata la difesa dei Moutaineers che ha limitato il supporting cast degli Irish, nello specifico un V.J Beachem che ha fatto peggio della partita contro Princeton, lasciando a predicare in solitaria Bonzie Colson, autore di una prova da 27 punti. L’attacco di WVU è passato, come al solito, per le mani di Jevon Carter ma stavolta il play di coach Bob Huggins si è tramutato in go-to-guy, mettendosi in proprio e giocando una grande partita. Per coach Huggins è la quarta Sweet 16 in dieci anni alla guida di West Virginia.

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